Ci siamo: la stagione 2012 sta per entrare nel vivo e farà cadere il primo cancello di partenza dell´anno in quel di Anaheim a pochi minuti di macchina da Los Angeles, nello stupendo Angel Stadium che registrerà il tutto esaurito anche per le condizioni meteo, splendide in questi giorni specialmente nel Sud della California in cui costantemente si superano i 20°.
Anaheim rovente quindi ma non solo per le temperature, soprattutto perché c’è tanta ma tanta carne al fuoco…

In ogni sito USA ci sono le preview dei nuovi look, dei nuovi abbinamenti pilota-moto, pochi commenti invece su quello che ci aspetta ad Anaheim, sabato sera. Forse perché sulla carta si può pensare ad un favorito, ma non c’è un vero e proprio pilota in grado di dominare… Proviamo a fare il punto della situazione.
Iniziamo dal Campione in carica, colui che nel 2011 ha vinto tutto: Supercross, National, Nazioni, Monster Cup. Signore e Signori Ryan Villopoto, quello che fino a poche stagioni fa era un ragazzino biondo rossiccio scovato da Kawasaki, che dominava le gare dei mini. Ryan classe 1988, in sei anni da professionista è diventato un vincente senza tanti proclami, lasciando parlare i risultati ed i titoli conquistati.  Ryan è uno abituato alla pressione ed agli occhi puntati addosso, non ama esagerare ma sa piazzare la zampata a colpo sicuro quando si presenta l’occasione, riflette e si accontenta se bisogna chiudere il gas e puntare alla costanza di rendimento che alla fine di una stagione con 17 gare e quasi nessuna pausa, paga. Per lui stessa moto, stesso team, stesse persone, della trionfante stagione appena conclusa.

Appiedato e dato per finito da tutti, ha messo insieme un gruppo di amici e qualche sponsor più che altro tecnico, tanto che si mormorava avesse addirittura acquistato delle protezioni per schierarsi al via del Supercross 2011, con il dente avvelenato e desideroso di riscattarsi, ha conteso il titolo a Villopoto fino alla fine: Chad Reed prima della fine della stagione SX 2011, aveva già in tasca un bel contratto con Honda e così tante proposte, che però alla fine ha declinato per rispetto verso coloro che l’avevano sostenuto nei momenti di difficoltà. Chad Reed non ha mai mollato, nemmeno quando Carmichael gli curvava sulle orecchie o quando Stewart gli planava addosso, figurarsi se poteva mollare quando sapeva di andare ancora forte. “Skippy” o “Sir Speed” così come si fa chiamare adesso l’australiano, non ha mollato nemmeno dopo un volo impressionante nel National che resterà negli annali del nostro sport. Fisico incredibile, allenamento duro, testardaggine e convinzione di poter riuscire, ne fanno un mix per un pilota mai domo e pronto a sorprendere sempre e chiunque. Per lui nel 2012 Honda Factory e gli stessi amici con cui nel 2011 ha condiviso lacrime di gioia per i risultati conseguiti. Lui, Chad Reed, forse il pilota che guida di più alla MC, al vecchio stile, elegante e bellissimo da vedere.

In sella alla moto che sulla carta è la meno adatta al Supercross, primo pilota del nuovo corso KTM che prevede di aggredire anche il mercato USA ma soprattutto le gare e le classifiche del Supercross e del National dopo aver monopolizzato il Mondiale, Ryan Dungey è stato la scelta di Roger de Coster, il Belga trapiantato negli USA con talmente tanta esperienza che KTM l’ha voluto per costruire il futuro a stesse e striusce della casa austriaca. Ryan dice di avere volgia di riscatto, forse dimentica che quando ha vinto qualcosa, l’ha fatto perché gli altri erano a leccarsi le ferite. Da vincitore del titolo 2010, la scorsa stagione non ha di certo brillato come molti speravano, non ha quasi mai avuto la velocità necessaria per battere Villopoto, Reed e Stewart, non ha entusiasmato pur essendo uno dei piloti più veloci in assoluto. La KTM potrebbe aver pescato dal cappello una moto eccezionale, ma di sicuro l’accoppiata Orange non passerà inosservata e certamente gli americani non saranno avari di critiche se le cose non dovessero girare per il verso giusto, dimenticando troppo frettolosamente che KTM nel Supercross USA parte da zero o quasi e che un risultato nei top 5 nel SX, con un Roczen che saprà di certo dire la sua nel National, dove anche Dungey dovrebbe dare un bel po’ di gas, potrebbe essere un obiettivo che a fine anno porterebbe tanta allegria e stimolerebbe ancora di più la casa austriaca.

Viene dai lavori socialmente utili, arrestato, umiliato pubblicamente, qualcuno sostiene addirittura sopravvalutato nel nostro sport. E’ una mina vagante, capace di esagerare e finire addosso a qualcuno facendogli male, ma allo stesso tempo di farti strabuzzare gli occhi per quello che solo lui, in questo momento, è in grado di fare in sella ad una moto da cross. O lo ami o lo odi, non ci sono vie di mezzo. Ne ha combinate di tutti i colori sia in pista che fuori, un po’ come Pastrana che però al contrario di lui, veniva venerato per sfidare i giudici e tirare un backflip sul panettone d’arrivo di Daytona. A Stewart non è stato perdonato nulla, tanto che gli vengono contati i titoli che ha buttato nel cestino, piuttosto di quelli che ha portato a casa. Di certo il talento della Florida ha peccato di umiltà e non solo di quella. Proclami, scuse poco fondate, forse per nascondere una fragilità mentale e una situazione personale che spesso, sono stati il suo punto debole. Un pilota vincente e talentuoso non sempre è destinato a diventare un campione. Nonostante tutto le attese sono alte, un’altra stagione costellata da cadute ed errori difficilmente si potrebbe perdonare ed allora il quarto posto avrebbe il sapore dell’ultima sconfitta che decreterebbe la fine di un pilota.  Per lui, stessa moto ma gestita in modo e da persone diverse. Quella Yamaha tutta nuova e rivoluzionaria che dal suo esordio attende ancora di essere consacrata a vincente e che dal Giappone fanno sapere di non voler più aspettare. La scure che a fine stagione cadrebbe sulla testa di James, non darebbe più spazio alla speranza.
Spazio per altri? Con Trey Canard ancora fuori per infortunio, un Kevin Windham che a questo punto dovrebbe già aver sparato le cartucce migliori della sua lunga carriera, non saranno di certo Andrew Short, David Millsaps, Justin Brayton, Nicholas Wey o i nuovi arrivati dalla Lites, ad impensierire i 4 manici da paura che si giocheranno il titolo AMA Supercross 2012.

Pronostico dell’Asterisk Fanta SX decisamente complicato, anche se secondo noi un RV2 (Ryan dovrebbe sfoggiare un bel #1 su sfondo rosso) lo vediamo leggermente favorito, poi Stewart o Reed, Dungey in rodaggio giù dal podio. Sempre che James Stewart non abbatta qualcuno…

In questa
gallery gli ultimi allenamenti, qui Chad Reed in versione 2012, nall´immagine invece, il team Monster Energy Kawasaki Pro Circuit, che dovrebbe essere protagonista assoluto nella Lites.

 

 

 

 

 

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