INTRODUZIONE: E’ Giugno 2022 e manca ancora metà campionato per arrivare alla fine, approfittiamo di questa pausa prima del MXGP di Indonesia per affrontare qualche argomento abbastanza delicato e riportare una carrellata di rumors sui primi movimenti del mercato piloti.
In questi primi mesi abbiamo visto molto, sentito moltissimi pareri, per cui proviamo a tirare qualche considerazione.
Non è nostra intenzione, come ormai sapete, fare le lagne da social, cioè lamentarsi perchè le cose non vanno bene, senza cercare soluzioni o proporre idee, oppure criticare per il semplice fatto che qualcosa non è di gradimento. Ci piace analizzare le situazioni e riportare i fatti e le situazioni del paddock, lasciando ad ognuno la possibilità di farsi la propria idea.

In questa seconda parte, affrontiamo qualcosa di delicato e spinoso, che comunque, secondo il nostro modesto parere, va affrontato. Se non avete letto la prima parte, eccola qui…

MXGP 2023 – Rumors e considerazioni – Parte 1

– Per cui…. Iniziamo dalla fine!
Al MXGP di Ernee, per la prima volta, i piloti non hanno preso il via alla manche di qualifica, ritenendo alcuni punti della pista troppo pericolosi dopo il nubifragio che ha scaricato sul tracciato secchiate di acqua. Ma le cose non sono andate come qualcuno ha riportato in modo polemico: i piloti hanno semplicemente chiesto di sistemare alcuni tratti della pista, ricevendo un diniego ed anche qualche “battutina” (se così vogliamo chiamarla) poco piacevole. A quel punto, dopo uno scambio di opinioni, la quasi totalità dei top riders, ad eccezione di Jeremy Van Horebeek e Maxime Renaux, ha preso la via del paddock e non è partito per la manche di qualifica.
I vertici di Infront hanno sempre ribadito che la sicurezza dei piloti è fondamentale e che i ragazzi che salgono sulle moto sono un “bene da tutelare” e di questo dobbiamo darne atto. Ma abbiamo visto diverse piste conciarsi da “buttare via”, in cui nessun pilota umano (quelli della domenica), prenderebbe in considerazione nemmeno farci un giro. Canali profondissimi all’atterraggio dei salti, sulle rampe, in pieno rettilineo… E’ vero che si chiama Motocross, ma tra una manche e l’altra, ci sono i tempi ed i mezzi per entrare in pista e dare una bella spianata. Il volo di Mattia Guadagnini, proprio in Francia (la moto è atterrata in due cali differenti) è la conferma che in alcuni momenti, le piste andrebbero sistemate per evitare questi incidenti. Il nostro sport è già abbastanza pericoloso con le piste spianate, i canali profondi, non sono una buona idea per rallentare i piloti, ma sono la garanzia che prima o poi qualcuno tira un botto che finisce virale sui social e, si fa male…
Non dovrebbe essere difficile individuare le criticità dei tracciati e predisporre un intervento tra un via e l’altro per trovare una soluzione a questo problema. Sia chiaro, non sitiamo parlando degli inferni di sabbia come Lommel, dove si sa, la caratteristica del fondo del tracciato, è proprio quella di mettere i piloti in seria difficoltà. Avete visto i canali sulle salite di Ernee? I piloti erano costretti a frenare e, lo spettacolo lo fanno quando passano a gas spalancato!


– Riunione a Teutschenthal
Venerdì a Teutschenthal si è tenuta una riunione tra promoter e teams: si pensava che fosse stata indetta per trovare dei punti in comune sulla sicurezza dei piloti in pista e valutare quanto accaduto ad Ernee, ma non è stato così.
La riunione si è tenuta per anticipare e rendere noti i programmi per il 2023: si va verso un calendario con ben 20 gare di cui 14 in Europa e 6 extra europee. In uno sport come il Motocross che mette a dura prova il fisico, è davvero necessario fare 20 GP iniziando la stagione a Febbraio per terminarla a fine Settembre? Il Motocross non è la Formula 1!
Quest’anno si correranno 2 GP in Francia, in Italia si è corso a Mantova, Arco, Maggiora, Riola e forse si correrà ancora. Perchè voler fare a tutti i costi 19 o 20 gare? Qualche anno fa, si attendeva il GP d’Italia con apprensione ed emozione. Si organizzavano anche trasferte nelle location più vicine come poteva essere la Svizzera, erano piuttosto gettonate anche Loket o le tappe facili da raggiungere via aerea con le compagne a basso costo come Valkenswaard o Lommel (vicinissime all’eroporto di Eindhoven, solo per fare un esempio). Con 5 gare in Italia a chi viene in mente di fare anche un trasferta all’estero? E’ già un miracolo che uno spettatore vada a verle tutte. E così facendo si perde pubblico…


– Costi astronomici per le gare extraeuropee

E’ fuori di dubbio che stiamo vivendo in un momento particolare: veniamo da due anni difficili a causa del Covid19 ed ora la situazione della guerra in Ucraina, che porta conseguenze dirette ed indirette ai paesi europei e non solo, obbliga a “stringere la cinghia” un po’ a tutti. Non è un segreto che ad ogni livello si stia cercando di ridurre le spese in attesa di tempi migliori, di conseguenza ci si aspetterebbe che anche nel nostro mondo (quello della MXGP), ci sia una tendenza a ridurre i costi di gestione. 20 Gare di cui 6 extraeuropee sono una mazzata!
Nelle scorse settimane, abbiamo avuto modo i scambiare quattro parole (forse anche di più), con diverse addetti ai lavoro che fanno parte di alcuni teams “factory”, cioè quelli che ricevono la maggior parte dei contributi economici dalle case costruttrici, che quindi si giocano i titoli e di conseguenza prendono parte a tutte le gare, anche alle trasferte extraeuropee. Abbiamo constatato quanto le trasferte di questo tipo, possano essere onerose e siano impossibili per i team “non factory”.
Facciamo due conti: immaginiamo un team che si sta organizzando per mandare due piloti in Indonesia per correre il GP. Tra biglietti aerei, alberghi e spese varie di logistica per spedire le moto ed i ricambi, con il “personale” ridotto all’osso, stiamo parlando di una cifra che va dai 65.000 ai 70.000 Euro! Perchè un team factory non può permettersi di lasciare a casa qualcosa che potrebbe servire e non è acquistabile al negozio della pista (sempre che ci sia). E’ fuori questione, che questi costi possano essere affrontati solo dai team che godono del supporto delle case e diventano improponibili per chiunque altro. La conseguenza è di vedere al via 20 piloti compreso qualche locale che zigzaga per il tracciato, creando pericolo, perchè non chiude un doppio e perchè si cappotta nei canali…


– Cancelletti di partenza al 50%

Il primo campanello d’allarme è suonato a Matterley Basin con 23 piloti in MXGP: nel 2020 erano 37! Poi è arrivata l’Argentina con 27 piloti di cui 10 locali, quindi solo 17 piloti “europei” al via. Nel 2019, prima della pandemia erano 27 ma con soli 6 piloti argentini e brasiliani al via. Quest’anno solo una manciata di piloti “non factory” ha preso parte alla gara. Tutto ciò mette tristezza e la sensazione che qualcosa si stia rompendo, o forse si è già rotto, è sempre più evidente. La pandemia ha limitato la produzione delle moto, le case hanno venduto meno, non hanno le risorse per supportare i teams satellite, ci sono meno moto e meno teams con il portafogli gonfio per pagare le spese di gestione del mondiale, per cui si preferisce prendere parte ai campionati EMX i cui costi sono ancora abbordabili e come “vetrina” sembra funzionare. La situazione in MX2 non è molto differente anche se in diverse occasioni i piloti della EMX250 vengono schierati al cancello della MX2 per fare esperienza e comunque per prendere qualche punticino. Perchè, almeno temporaneamente, non si può pensare di ridurre il numero della gare? Pensiamo che, alcuni teams, escludendo a priori la possibilità di partire per l’Argentina, l’Indonesia o per l’Oman (che fanno 200.000 Euro di costi, più dell’intera stagione europea), abbandonino l’idea di partecipare al Campionato del Mondo, limitando di fatto la partecipazione di alcuni piloti che potrebbero certamente riempire il cancelletto, ma anche fare delle belle gare.
Ma di questo punto, ne parleremo ancora domani.

Per oggi ci fermiamo qui.
Domani proveremo ad affrontare anche format e televisione, sponsor, MXGP-TV e regola dei 23 anni.