Il nostro staff ha avuto l’onore di poter accedere ad una delle Factory più esclusive ed impressionanti del panorama mondiale. Un “trip” in California ci ha portati ad una mezz’ora di macchina da Los Angeles, insieme al mitico Ross Maeda (Enzo Racing) che di persone ne conosce a bizzeffe: in un battibaleno ci siamo trovati catapultati dentro una specie di navicella spaziale.

Ma che ci facciamo nel mezzo del set per il prossimo episodio del sequel “Ritorno al futuro”? Risposta: niente a che vedere con gli Universal Studios di Los Angels, siamo “semplicemente” entrati nella zona di reception di OAKLEY, proprio nelle sede centrale posta sulla collina di Fothill Ranch, quella sede che gli addetti ai lavori del popolarissimo brand, chiamano “Icon”. Entrata a far parte del gruppo Luxottica (azienda italiana, leader mondiale in quanto a produzioni di occhiali da sole e non solo) questa factory ha del fantascientifico. Basta pensare che poco prima di arrivare a scorgere il bellissimo ingresso dell’azienda, si passa proprio di fronte ad un vero carro armato parcheggiato con tono minaccioso ai bordi della strada di accesso. E se poi non ci credete, potete anche vederlo in azione…

 

 

Una volta entrati in reception, per essere accreditati a una visita “dedicata” ed esclusiva, l’impatto è veramente forte e il carattere futuristico dell’azienda sprizza da tutti i pori. Tanto per farvi capire, le poltroncine di attesa piazzate di fronte al desk dove vengono ricevuti i “visitors”, sono realizzate con sedili ad espulsione dei caccia americani di qualche tempo fa.

 

La cupola che sovrasta la zona sembra veramente far parte di un set cinematografico surreale, ed invece è tutta roba bella e buona da strabuzzare gli occhi.

 

Oakley, un marchio, una garanzia di originalità fin dall’ingresso in azienda. Sempre scortati dal nostro fido “Rossi” (nikname di Ross Maeda) ci accoglie Louie Dimaria, uno dei project manager dell’azienda. Un ragazzo dinamico e frizzante come del resto quasi tutto il personale che s’incontra andando in giro per gli immensi capannoni. A lui è affidato il compito di scortarci all’interno dell’azienda per questo tour esclusivo e ovviamente non accessibile a tutti.

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Una piccola precisazione, alla vista della macchina fotografica, “arrampicata” come sempre sulle nostre spalle a mò di scimmietta affettuosa, lo sguardo del nostro futuro accompagnatore si è fatto subito “truce” e con tono non minaccioso ma deciso ci ha semplicemente detto “area off limits for your camera”. Nonostante non ci avesse impedito di portarci a spasso per l’azienda la fotocamera, mai e poi mai avremmo violato la privacy di questa fantastica super company futuristica. Difficile spiegare a parole tanta organizzazione e tante persone che si muovono simultaneamente e se le parole non rendono giustizia ci proviamo comunque con i numeri: unico headquarter in America si sviluppa su una superficie complessiva di oltre 60.000 metri quadrati, contiene una forza lavoro di circa 2.000 dipendenti che lavorano a ciclo continuo 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana. Ogni impiegato in questa fabbrica, che sembra più una macchina da guerra che un’impresa, lavora cinque giorni alla settimana con turni di otto ore, con i riposi alternati, il che significa che hanno un week end libero ogni 4 settimane circa. I giorni liberi sono sempre due ma non sistematicamente sabato e domenica come succede in Italia per la gran parte dei nostri lavoratori. Dalle linee di produzione di Oakley escono all’incirca 40.000 paia di occhiali al giorno, tra quelli da sole, tra le maschere da MX o sci o per altri sport. Un numero che, se moltiplicato per i circa 360 giorni all’anno che l’azienda produce regolarmente, a noi comuni mortali sembra impossibile da piazzare sul mercato ed invece, Oakley ha un back order (che per dirla all’italiana è il ritardo sulla consegna degli ordini) di circa 2/3.000 pezzi al giorno ed è per questo che all’interno dello stabilimento si stanno riorganizzando gli spazi e le fasi di produzione in modo di aumentare il numero di pezzi che ogni giorno esce dalle linee di produzione.
Il quartier generale americano ingloba quindi la fase di produzione degli occhiali ma come ben sappiamo, Oakley non è solo occhiali ma anche abbigliamento e varie. Qui in California ha sede tutto il reparto sviluppo e progettazione dei nuovi prodotti, compreso anche quello dedicato ai severissimi collaudi che ogni nuovo articolo è costretto a superare in fase di progettazione e di pre-serie. L’intera produzione di occhiali da sole griffati Oakley esce da questa azienda mentre per il resto dei prodotti presenti nell’immenso e originale catalogo Oakley, l’azienda si avvale anche di fornitori esterni ubicati prevalentemente sul territorio americano anche se ultimamente, anche questo colosso interplanetario è stato costretto alle “cure” da parte di aziende asiatiche. L’area esterna che circonda questo futuristico stabilimento è praticamente immensa, e Louie Dimaria ci spiega anche, che fino a poco tempo fa, c’era un vero e proprio tracciato da motocross, che però è stato smantellato a causa di qualche vicino che si lamentava per il rumore…. e se la volete sapere tutta, sempre questo “qualche vicino” si è anche lamentato perché il cannone del carro armato puntava dritto verso la sua proprietà, ottenendo che la torretta del “tank” fosse girata verso altre direzioni.
….tutto il mondo è paese!

 

 

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