Come ormai da un paio di anni a questa parte, la stagione enduristica entra nel vivo con una gara tutta particolare, che poco ha a che vedere con i canoni dell’enduro tradizionale, ma che riesce sempre ad emozionare, sorprendere e ad appassionare. Questa gara è il Fiat Enduro Estreme.

La pista, anche questa così come quella del supercross, è stata opera di Armando Dazzi, il quale si è espresso al meglio, inventando un circuito completo, impegnativo e dall’alta spettacolarità.

Gli ostacoli abituali dell’enduro tradizionale (sabbia, tronchi, sassi, acqua,…) erano tutti stati disposti in modo tale da non dare al pilota il minimo respiro, tant’è che anche i più allenati, specialmente nelle prove, dovevano fermarsi perché risentivano di indurimenti agli avambracci.

Mentre per il Supercross, Dazzi ha inventato il salto con le whoops, per l’enduro, ha espresso tutto il suo estro in un salto ricoperto da sassoni (avete presente quelli bianchi spigolosi che si trovano in certe cave? Eh quelli! ) smossi, talmente impegnativo da dar problemi anche ai piloti più tecnici e veloci. Altri passaggi molto impegnativi e spettacolari erano quello della salita con i sassi e la piscina con i tronchi e le pietre.

Anche quest’anno, i team più forti del WEC erano presenti e schieravano i propri piloti di punta.

Tra i nomi di punta spiccavano quelli del Campione del Mondo E1 Ivan Cervantes, del vincitore dell’ultima Dakar Cyril Destres, Simone Albergoni, Alex Botturi, Alex Belometti, il neo endurista Patrick Caps, Mika Ahola, Johnny Aubert, Luca Cherubini,Alex Zanni, Xavi Galindo, Bartosz Oblucki, Seb Guillame, e tanti tanti altri.

Assenti di spicco il favorito David Knight, che pare fosse impegnato con dei test, Stefan Merriman e il francese neo acquisto Gas Gas Bolley.

Nota curiosa, l’avvento di Stefan Everts in orbita Ktm ha colpito anche il mondo dell’enduro, tant’è che il team ufficiale, Il KTM Farioli, è supportato dallo stesso sponsor che ha Stefan Intur Sports.

Il programma di gara vedeva al via i piloti divisi in tre gruppi.

Quello del Fiat Enduro Estreme composto da tutti i piloti Elite che correvano con 4T Il trofeo Golden Tyre composto da piloti sia con titolo di merito che senza che correvano oltre che col 4T, anche col 2 ed infine il trofeo KTM riservato solo a piloti “Arancioni”.

La caratteristica fondamentale, e quindi il suo bello, che contraddistingue gare di questo genere è che essendo il ritmo di gara molto elevato (le batterie di qualifica 4 giri e la finale 6 per dire!) e gli ostacoli talmente estremi e ravvicinati, fino alla bandiera a scacchi non si sa mai chi puo essere il vincitore.

Infatti qui nel mondo dell’enduro Estremo, l’inconveniente, la caduta, il “tappo”, rendono per nulla scontato l’epilogo della gara tanto è che può succedere benissimo che se anche un pilota parte male, ma non commette errori per tutto l’arco della manche (e vi assicuro che perdere la concentrazione per un solo secondo puo aver conseguenze pesanti) riesce lo stesso ad andare a vincere.

Questa è in breve la cronaca di quello che è stata l’edizione 2007 del Fiat Enduro Estreme che ha visto come vincitore un sorprendente e motivatissimo Mika Ahola in sella alla Honda 450 del team Honda Zanardo.

Il finlandese pur non scattando bene dal cancelletto, ha corso una gara perfetta, pulita e senza un minimo errore.

Holeshot della finale, e secondo classificato, il sorprendente Xavi Galindo. Questo pilota Ktm, sin dalle prove libere del pomeriggio ha dimostrato un certo feeling con il tracciato ligure, ma nella finalissima, dopo una partenza molto “scaltra” (non appena si è accorto di essere in testa ha iniziato ad allargare la traiettoria andando cosi a chiudere quelli che potevano essere gli avversari piu pericolosi ) ha subito prima gli attacchi di Cervantes ed infine quelli di un rimontante Ahola.

Pulito e regolare Aubert, ha commesso pochi errori ed è stato sempre vicino ai primissimi.

Ivan Cervantes, mi ha deluso un pochino, pur avendo vinto la batteria con una guida tanto precisa quanto spettacolare e aggressiva, in finale è riuscito a tenere la testa per un po di giri, ma quando tutto sembrava andare per il meglio, ha perso concentrazione ed ha fatto un bagno nella piscina superato da Ahola, Galindo ed Aubert, non è riuscito a riprendere il ritmo ed ha terminato 4° distaccato.

Discorso strano per gli italiani in finale.

Albergoni e Botturi sono stati ripescati grazie all’acclamazione del pubblico ma non sono mai entrati in gara. Belotti, ha peccato di irruenza ed è finito a terra piuttosto pesantemente.

Belometti, cosi come lo era stato lo scorso anno, non ha eccelso, ma questa è una gara a parte e sia per lui che per tutti gli altri, quando ci sarà in ballo un titolo mondiale, si saprà far valere e venderà cara la pelle.

La gara del Trofeo Golden Tyre, ha avuto un colpo di scena proprio l’ultimo giro nella piscina.

Il francese, ex crossista Nambotin, che aveva controllato tutta la gara, è rimasto incastrato nella piscina su un tronco e così si è visto sfilare via da un sempreverde Tullio Pellegrinelli. Che giocando di esperienza ha fatto veder a tutti che nell’enduro, specialmente quello così estremo, la velocità conta relativamente, ma la tecnica, la precisione e la pulizia di guida sono fondamentali per far risultato.

Trofeo Ktm vinto dal piacentino Marco Pasquali.

Tantissimi ex crossisti presenti, ma oltre ad Aubert e Nambotin, son stati in pochi quelli a mettersi in luce.

Luca Cherubini, non è apparso molto a suo agio, ma per un ragazzo della sua statura non è facile districarsi in passaggi così insidiosi dove devi sempre zampettare..

Fabio Mossini, pulito e tecnico, forse il solo ad affrontare tre tronchi messi modello whoops in un colpo solo in impennata, ma quando ha provato a forzare un po troppo (nei tempi al pomeriggio) si è ritrovato con la moto sopra.

Patrick Caps, va bene che quello non è un campo da cross, ma vederlo annaspare su quegli ostacoli mi ha fatto pensare come possa essersi giocato il mondiale cross nel 2001. E’ stato l’unico a rimanere incastrato sui tronchi nella piscina ogni giro.

Successo di pubblico, il quale ha fatto segnare quasi il tutto esaurito.