“…era il 2012 quando a metà del mese di maggio le squadre…” No, non vogliamo aprire un nuovo capitolo della storia moderna ma, quello che è successo in poco più di dieci giorni nel contesto del campionato del mondo motocross, sarà degno di citazione negli annali del cross. Dal primo sciopero vero, con i piloti che si sono rifiutati di partire nelle qualifiche del Messico, ai risultati del Brasile, potrebbe aver preso il via una sorta di “rivoluzione” della stagione 2012.
Sciopero archiviato, il GP del Messico ha comunque dato i verdetti della pista che avevano gia fatto pensare a qualche mutazione del modus operandi dei principali protagonisti delle due categorie. In Brasile, erano attesi all’ennesima conferma, Herlings e Cairoli che si sono presentati a Beto Carrero con le tabelle rosse ben strette nelle loro mani fin dalla prima prova di Valkenswaard. Se per Herlings le conferme sono pretese, ma soprattutto “minate” per il suo innato suo “estro vagante”, per Cairoli non si trattava di certo di capire il suo reale valore assoluto ma eventualmente, un valore inerente a questo campionato, che sembrava gia indirizzato nelle sue “casse” come sesto alloro. Per Herlings è suonato il primo campanello di allarme dall’inizio stagione e ovviamente, a schiacciare il pulsante rosso è stato Tommy Searle. L’inglese è stato veramente l’unico a dare l’impressione di poter contrastare l’olandese ma dopo la doppia vittoria brasiliana, conferma definitivamente il ruolo di secondo candidato al titolo e soprattutto “mina” la supremazia di Herlings che in un solo colpo perde ventuno punti di vantaggio nella generale.
Nella battaglia del campionato la doppietta di Tommy è stata una vera e propria cannonata sul fianco della corazzata “JH84” che dovrà dimostrare, dall’alto del suo estro e della sua velocità, di tenere botta nella prossima fase di campionato che, con le tre gare consecutive di Francia-Portogallo-Belgio, potrebbe veramente dare i caratteri generali alla stagione in corso della MX2. Herlings che a Beto Carrero ha chiuso settimo nella generale “pagando” pegno soprattutto nella prima delle due manche dovrà confermarsi il più veloce, Tommy Searle permettendo. Sul podio brasileiro, a fare da guardia a Searle si sono ritrovati Christophe Charlier e Antonio Butron. Entrambi, sono saliti per la prima volta sul tripode di una competizione iridata e hanno evidenziato segni di ringiovanimento per la MX2 che mostra, ad ogni gara nuovi lineamenti.
Lineamenti che sembravano gia scolpiti nella MX1 e invece, la prova carioca, ha rimesso in dubbio parecchi punti che apparivano gia ampiamente consolidati. Punto uno, il numero uno della categoria: quel Tony Cairoli capace della “triplete” 2009-2010-2011 che vuole fortemente la quarta medaglia d’oro al valore, nella MX1 (senza ovviamente dimenticare le due “stelle” conquistate in MX2).  Tony in Brasile ha sofferto uno dei suoi peggiori GP in carriera conquistando “solo” l’ottavo posto nella generale, con appena venticinque punti racimolati nelle due manche, una cosa che, con Cairoli indenne da infortuni o da problemi tecnici, non accadeva dai tempi dei tempi (GP d’Inghilterra del 2009, 24 punti). Cairoli che “accusa”, Pourcel che dilaga. Il francese ha mostrato il lato opposto della medaglia di Cairoli non sbagliando nemmeno una virgola in due manche, dove l’errore è stato la costante maggiore di ogni pilota in pista. CP377 non ha vinto, ma ha stravinto soprattutto la prima manche portata a termine in maniera impeccabile. Secondo GP conquistato in questa stagione ma, dato importante, diciotto punti recuperati su Cairoli. Punti pesanti (11) anche per Gautier Paulin che, rimane giù dal podio per la discriminante della seconda manche. Podio che ritrova invece Kevin Strijbos che ha sfruttato le sue doti di “passista” conquistando il terzo posto nella seconda frazione preceduto dal ritrovato David Philippaerts che dopo il secondo posto del Messico, bissa la sua presenza sul podio e conferma la ritrovata carica per poter combattere contro il resto del plotone. Dopo cinque prove i tratti somatici dei due campionati si stanno sempre più delineando e si stanno sempre di più assottigliando le liste dei pretendenti al trono.
Fatto salvo eventi innaturali (leggi infortuni o problemi tecnici) Herlings e Searle continueranno nella loro guerra personale lasciando (forse) qualche vittoria in battaglia a qualche comprimario. Nella MX1 invece, il comandante Cairoli cercherà di far capire a tutti che la battaglia persa in Brasile è stato soltanto un fatto sporadico e che, anche le migliori armate a volte si “inceppano”. Certo è, che Pourcel vorrà invece rilevare al comando chi riuscì a detronizzare nel non molto lontano 2006, quando il francese “strappò” proprio dalle mani del siciliano la tabella rossa della MX2. Una cilindrata che nel “dopo Cairoli” non vede il tricolore italiano protagonista come da tradizione e che in Messico e in Brasile ha visto il solo Alessandro Lupino presente in gara. Il “Lupo” ha raccolto due piazzamenti nella top ten ma manca ancora quella forza e quella velocità per tirare il grilletto e fare quel famoso “click” per esplodere tutto il potenziale del viterbese. Un potenziale che comunque dovrebbe essere rinforzato anche da altri giovani italiani che invece tardano a mostrarsi o addirittura tardano proprio a proporsi nelle prime linee dove si svolge veramente la “guerra”, quella guerra valida per la conquista delle corone mondiali.

 

 

 

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