Come ci aveva anticipato Paolo Martin a metà del 2011, Honda torna al Mondiale Motocross con i prototipi, quelle uniche e stupende moto create per i piloti ufficiali, da cui poi derivano, comunque sempre molto lontanamente, le moto di serie di 2/3 anni dopo. Già a prima vista questa moto, di serie non ha nulla. Nemmeno lontana parente di quella in vendita, nemmeno nel colore dei carter. Tanti particolari che fanno ricordare di essere davanti ad una Factory di quelle al 100% o forse ancora di più, visto che le moto di Hirata e di Leuret, presenti allo Starcross, ufficiale 100%, non sembravano nemmeno dello stesso produttore, tante erano le differenze. Insomma un progetto tutto nuovo. Forcellone arrotondato (sembra leggermente più lungo), radiatori diversi, pedane come opere d’arte, cassa filtro tutta diversa, ma sicuramente racchiuso in quei carter dal colore strano ci sono le cose che non sono date a sapere, così come nel cilindro, motore che pulsa attraverso un capolavoro dato dal collettore di scarico che fa un giro stranissimo: uscendo leggermente sulla destra del cilindro, piega verso il basso, passa sotto al telaio (comunque in una zona molto avanzata), risale dall’altro lato, e passa a destra del cilindro dove è presente una valvola (non c’è più la camera di ricircolo). Il collettore (abbiamo carpito la parolina “Mugen”), si infila infine dietro al cilindro per sbucare sulla parte destra e confluire nel silenziatore Arrow.
Quello che ci ha stupito è stato il sound di questa Honda: probabilmente la moto più silenziosa in pista (ci hanno detto che è Euro 3). Abbiamo assistito da vicino alla messa in moto e ci aspettavamo un rombo deciso ed energico invece la moto di Bobryshev, benché dotata di un’erogazione bella piena, non spacca i timpani.

Bobryshev ci è parso molto a suo agio su questa moto, sembra poterla gestire nel migliore dei modi in ogni situazione.
Queste le foto “rubate” pochi secondi prima della manche.

 

 

 

 

 




 

 

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