Comunicato FMI.

E’ stato notificato all’Avvocatura Generale dello Stato il ricorso della FMI contro il Decreto 28 ottobre 2021 “Disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali inerenti agli scopi, le tipologie e le caratteristiche tecnico costruttive della viabilità forestale e silvo-pastorale, delle opere connesse alla gestione dei boschi e alla sistemazione idraulico-forestale” pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1° dicembre, emanato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministero della Cultura e con il Ministero della Transizione Ecologica, che contiene il divieto della viabilità forestale e silvo-pastorale al transito ordinario di ogni mezzo di locomozione. L’applicazione del decreto potrebbe comportare il potenziale divieto anche per i motociclisti di praticare il loro sport sulla viabilità forestale, con conseguente violazione del diritto costituzionale di svolgere attività sportiva.

In questi due mesi FMI, insieme ad ANCMA, ha avviato una serie di interlocuzioni importanti e continue con il mondo governativo e con quello parlamentare, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sul grave pregiudizio che potrebbero subire le attività amatoriali, quelle agonistiche, quelle legate all’accoglienza e al turismo, quelle attinenti all’industria, oltre all’ingentissimo danno economico che verrebbe provocato a tutti i settori interessati.
Nonostante la disponibilità dimostrata anche dai funzionari del Ministero dell’Agricoltura, primo firmatario del Decreto, che ha emanato un comunicato stampa ed una nota “rassicuranti” sul fatto che nulla cambierebbe rispetto al passato e che sarebbero comunque le regioni a dover decidere sul transito nei territori di rispettiva competenza, la FMI ha ritenuto che, in carenza di un emendamento al testo del decreto oppure di una circolare esplicativa che possa costituire un orientamento certo per le regioni chiamate a legiferare sul loro territorio, fosse necessaria l’impugnazione del provvedimento.

Auspichiamo pertanto che si possano dirimere quei profili di incostituzionalità del decreto, dati dalla mancanza di bilanciamento degli interessi in gioco e dalla necessità di garantire la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attività sportiva e ricreativa.
Nel contempo non sono stati tuttavia interrotti i nostri colloqui istituzionali al fine di ottenere i chiarimenti ufficiali richiesti; tali chiarimenti sono a nostro avviso necessari per continuare a garantire la possibilità di praticare le nostre discipline sportive in libertà ma sempre nel profondo rispetto del territorio.